PASSEGGIATA LUOGHI RITROVATI -le foto-
Sulle orme del Tatti e verso la Madonna del Grappa 26 maggio 2013 Ennesimo successo la nostra “Luoghi Ritrovati”, che ha visto quest’anno la partecipazione di circa 200 persone. Il ritrovo di quest’anno è stato presso il Caffè Italia (vicino a Piazza S. Francesco) dove abbiamo fatto la colazione e consegnato la nostra meravigliosa cartina in dialetto a tutti i partecipanti. Per celebrare il centenario della morte di Paolo Tatti (ingegnere civile e sindaco benemerito di Turbigo dal 1866 al 1913) la giornata è iniziata con la visita a Villa Tatti, (vero “luogo ritrovato” dato che più del 50% delle persone presenti non erano mai entrate nel cortile), che oggi ospita l’asilo nido “La Fata Turchina”. La magnifica giornata di sole ha reso indimenticabile anche la passeggiata sul naviglio, dalle rovine della vecchia dogana fino al ponte della Padregnana a Robecchetto con Induno. Da lì ci siamo addentrati nei boschi per scoprire un altra meraviglia assoluta, la Madonnina del Grappa e il giardino fiorito del Sig. Cesare che ringraziamo infinitamente per l’accoglienza. Dopo l’aperitivo abbiamo attraversato i campi e da lì all’Arbusta il passo è stato breve ma con un panorama veramente inaspettato. Dopo 6,4 km la carovana si è fermata per il pranzo al laghetto (proprietà Solai Villa a Turbigo), un vero angolo di paradiso, dove abbiamo potuto ammirare i modellini in legno del Sig. Carlo Guidici, ricostruzione della Curt Fabrica e di altri luoghi scomparsi di Turbigo; pranzare all’ombra dei pini, passeggiare al laghetto, e far divertire adulti e bambini con i giochi di una volta : tiro alla fune, bandiera, salto della corda e la tradizionale corsa coi sacchi! Scarica il progetto che spiega questa iniziativa Visita a Villa Tatti, a cura di Rosella Saibene “Villa Tatti” è una pregevole costruzione cinque-secentesca del centro storico di Turbigo già residenza nobiliare appartenente alla famiglia Piatti, inserita all’interno del vecchio nucleo edificato attorno al Castello e strettamente attigua al nobile giardino dell’abitazione del Cardinal Piatti (oggi Corte Nobile). La Villa conserva ancora il suo fascino dovuto all’eleganza della facciata costituita da un doppio ordine di portici con colonne monolitiche sostenenti una trabeazione lignea liscia. Quasi intatto è anche lo schema originario caratterizzato da una precisione volumetrica e una semplicità decorativa, pur subendo, attraverso i vari passaggi di proprietà, diverse modifiche e riadattamenti. Il corpo principale, in asse all’ingresso del cortile caratterizzato dal portale secentesco con fastigio ad edicola chiuso da un cancello in ferro, presenta nella parte centrale una cantina con i muri in elevazione e una bella volta a botte in mattoni a vista. I corpi laterali, di cui oggi ne rimane uno soltanto, sono stati rimaneggiati in epoca recente e la loro struttura indica una tipologia che rileva immediatamente una funzione secondaria. Da alcune mappe secentesche l’edificio risulta di proprietà della famiglia Piatti per passare poi, con il matrimonio tra Barbara Marianna Piatti e il Marchese Luigi Erba Odescalchi, a metà ‘700, agli Erba Odescalchi. Alla morte di Barbara Marianna Piatti i fondi ereditati verranno messi all’asta e nel 1815 il tenimento di Turbigo arriva in proprietà al Sig. Carl’Ambrogio Pozzi. Sarà poi nel 1864 che l’Ingegner Luigi Tatti dalla famiglia Barelli di Como acquisterà la proprietà di “Turbigo e uniti”: più di 4500 pertiche con inclusa la Villa in questione. La figura di Paolo Tatti, figlio di Luigi e Sindaco del Comune di Turbigo per 47 anni dal 1866 al 1913 e la stima che i turbighesi ebbero per lui farà si che la Villa portasse con sé fino ad oggi il nome dei Tatti. Paolo Tatti celibe lascerà la Villa al nipote ing. Luigi Consonni che poi la venderà all’inizio degli anni ’30 al Fascio locale il quale decide di collocare proprio lì la propria sede. L’edificio, che fino ad ora risultava affittato a coloni e contadini, il 13 novembre 1932 venne inaugurato a Casa del Fascio “tra esultanti manifestazioni di popolo (…) numerosi locali adibiti a uffici (…) 2 grandi saloni per una palestra e un teatro per l’opera balilla (…) e la sede del corpo bandistico musicale dei lavoratori”. Al termine dell’epoca fascista 2/3 della Villa pervennero al Demanio dello Stato per devoluzione dei beni del Partito Nazionale Fascista e 1/3 passò all’Ente Gioventù Italiana. A metà degli anni ’60 nell’edificio trovarono sede le Poste e in via temporanea gli uffici comunali in quanto il nuovo palazzo comunale era in via di costruzione. Il 20 febbraio del 1968 il Consiglio Comunale delibera l’acquisto della Villa per la parte demaniale quale sede per scuole, associazioni sportive e culturali nonché sede dell’Associazione del Combattenti e reduci. L’atto di compravendita è del 1973 e l’edificio si presenta fatiscente con copertura priva di gronde e sconnessioni strutturali per anni di abbandono. Nel 1975 la porzione di Villa ex Ente Gioventù Italiana viene acquisito dalla Regione Lombardia e poi ceduto in comodato d’uso al Comune di Turbigo il quale lo riadatta quale sede provvisoria delle aule delle scuole medie. Sempre negli anni ’70 l’allora Consorzio sanitario di Zona inizierà a svolgere nei locali della Villa il suo servizio anche se con difficoltà per gli spazi poco adatti a tale funzione. Nel 1985 una legge regionale prevede che gli stabili provenienti da enti soppressi vengano donati. E’ così che il Comune di Turbigo si ritrova la piena proprietà della Villa il 5 febbraio del 1987. Un progetto di finanziamento regionale della fine degli anni ’90 permetterà un intervento di manutenzione straordinaria e risanamento dell’edificio che nel frattempo “perde una delle ali laterali (rimaneggiata negli anni ’30) per grave dissesto. La scelta sarà quella di non ricostruirla lasciando l’immobile nella purezza delle forme che oggi vediamo. Oggi la Villa al piano terra ospita un asilo nido. Nel rispetto della struttura di origine secentesca le voci dei bambini danno vita a questo pregevole edificio che porta ancora nel suo nome la memoria della famiglia “Tatti”. La Madonna del Grappa (Residenza privata presso Robecchetto con Induno) / a cura di Lino Braga La Cascina è sorta come trasformazione di un vecchio capanno contadino dove il fattore Gennaro, subentrato ai vecchi proprietari Aresi, praticava varie coltivazioni di frutta e verdura. La costa è esposta a sud per cui era facile produrre primizie che i turbighesi, occupati nelle prime industrie del paese, venivano ad acquistare. Ferdinando Franzetti, zio degli attuali proprietari Porrati, dopo la prima guerra mondiale acquista la proprietà, costruisce il nucleo base della Cascina ed installa una vera e propria azienda agricola iniziando, nell’anno 1940, anche la coltivazione dell’uva (ci sono ancora le “fasce” di stile ligure per quel tipo di coltivazione). Certo Pepîn del Grappa, al secolo Giuseppe Galimberti di Robecchetto, lavorava per i sigg. Franzetti, era stato commilitone di Ferdinando Franzetti nella prima guerra mondiale e con lui aveva diviso disagi e sofferenze delle tre battaglie sul Monte Grappa. Fu così che, felici per averla scampata bella, su suggerimento del Pèpîn i due ex commilitoni decisero di creare una cappelletta ove porre una Madonna Ausiliatrice in tutto simile a quella esistente sul Grappa delle battaglie. |