IL GRAN FALÓ DELLA GIÖBIA

Vi aspettiamo GIOVEDI 30 GENNAIO ore 20.45 presso
il Campo della Giöbia – Area vicino alle Scuole Medie
Via Trieste angolo Via Torrione a Turbigo
per il tradizionale falò, con chiacchiere, vin brulè, birra brulè! 

Portate i vostri campanacci, vecchi o nuovi che siano per accompagnare la vecchiarda al rogo! E speriamo che bruci bene!


ALCUNE CURIOSITÁ SULLA GIÖBIA

Da tempo immemorabile, l’ultimo giovedì di Gennaio viene bruciata la Giöbia (o Gioeubia), ovvero la vecchia, la strega. L’origine di questa festa, diffusissima in tutta la Lombardia e particolarmente nella provincia di Varese, non è molto chiara. Taluni vogliono riferirla all’Inquisizione e alla caccia delle streghe, altri la fanno risalire alle tradizione celtiche o druidiche quando si bruciavano fantocci e manichini per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per ottenere benevoli influssi nella semina o nel raccolto, altri ancora ai primi sacerdoti cristiani che bruciavano con un falò le divinità pagane. Qualunque ne sia il significato, la Gioeubia si festeggia ovunque di giovedì. Vuoi perché il nome deriva da Giove o da Giobbia, il giovedì in piemontese, vuoi perché il giovedì è il giorno, o meglio la notte, in cui le streghe, da che mondo è mondo, si riuniscono per il Sabba. L’ultimo giovedì del mese, uomini e bambini costruivano con paglia e stracci un fantoccio (la strega) e lo portavano nella piazza del paese, a suon di campanacci. All’imbrunire, la strega veniva bruciata tra canti e balli. Girare tre volte attorno al falò portava bene. Scomparso tra le fiamme il fantoccio, si tornava a casa e in compagnia di amici e parenti si gustava l’abbondante cena (a base di riso) preparata per l’occasione. Straordinariamente, questa tradizione è ancora viva e sentita. Il cerimoniale è rimasto lo stesso. Zobia, Zobiana, Gioeubia, Giobbia, Gioebia, Giobbiana, Giubbiana, Gibiana nella tradizione popolare è sempre stato sinonimo di strega: la strega dell’inverno! E l’inverno, alla fine di Gennaio, a quei tempi, stava ormai andandosene. L’Epifania si era portata via tutte le feste. I contadini avevano portato a benedire sul sagrato della chiesa i propri animali, le giornate cominciavano ad allungarsi, gli arnesi erano ormai pronti: non restava che bruciare la vecchia per uscire definitivamente dall’inverno. A Turbigo l’ora fatidica scocca alle ore 21.00. Con il falò, l’inverno e tutti i mali, gli errori, le colpe dell’annata passata vengono bruciati. Se il fuoco sale scoppiettando diritto verso il cielo, la stagione futura sarà felice e propizia. A differenza di un tempo, non si balla più attorno al falò, non si fa più per tre volte un bel girotondo. Nessuno crede più alle streghe, al malocchio…tutte stupidaggini!!!! Però, grandi e piccini, affidano alla vecchia strega tutte le cose brutte capitate durante l’anno, perché il fuoco le distrugga insieme al fantoccio… Buona Giöbia a tutti….

 

manifesto2014-04

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